I modelli dei motori

I modelli dei motori realizzati dalla Fondazione Barsanti e Matteucci

La Fondazione Barsanti e Matteucci, al tempo della sua costituzione, aveva lo scopo primario di far riconoscere, in campo internazionale, che Barsanti e Matteucci erano riusciti per primi a realizzare e far funzionare un motore a scoppio.

Grazie al coinvolgimento della Direzione del Deutsches Museum di Monaco nell’analisi della documentazione storica reperita, la Fondazione ottenne che fosse esposta nel Museum una targa in cui si affermava che il primo motore a combustione interna a tre tempi era stato inventato da Barsanti e Matteucci nel 1854.

Successivamente, si pensò di realizzare delle riproduzioni dei motori. Così, grazie agli attenti studi compiuti dall’ing. Pierluigi Lazzerini sui disegni e sulle descrizioni dei motori brevettati, e sotto la sua costante supervisione, furono costruiti modelli di diversi motori, alcuni in scala naturale, altri in scala ridotta.

I primi furono modelli in scala 1:2,5 del primo motore a scoppio, oggetto della certificazione inglese n° 1072 del 12 giugno 1854, realizzato nel 1856 dalle Officine Benini e messo in funzione nelle officine della Ferrovia Maria Antonia di Firenze.

Uno dei modelli era destinato all’esposizione nelle sale dedicate ai motori del Museum, salvo che, poco più tardi, le circostanze suggerirono di realizzare e donare al Deutsches Museum un modello dello stesso motore in scala naturale. Tale modello fu realizzato dall’Officina Fanin di Fornaci di Barga ed esposto durante la manifestazione “Firenze World Vision” che si tenne a Firenze il 23-24 settembre e, dal 25 al 27 settembre, a Lucca sotto il porticato di Palazzo Ducale; fu infine definitivamente trasportato a Monaco nell’ottobre 2004 dove è permanente esposto nella sezione motori del Museum.

Dei tre modelli in scala 1:2,5, uno rimase esposto permanentemente nella sede della Fondazione e successivamente al Museo del motore a scoppio, gli altri furono donati all’Osservatorio Ximeniano di Firenze [vedi] e al Museo Nicolis di Villafranca di Verona [vedi].

In seguito, furono costruiti diversi modelli dei motori. Nel 2005, ricavato dai disegni allegati al brevetto, fu costruito un motore conforme al brevetto francese n° 35009 del 1858; tale motore non fu mai realizzato dai due scienziati, ma riveste un’importanza notevole perché, sulla base di questo, con piccole variazioni, fu costruito il motore Bauer.

Nel 2006 fu costruito un nuovo modello di motore, quello con pistoni orizzontali, seguendo la descrizione della privativa piemontese n° 700 del 1858.

Nel 2010 fu costruito il modello del motore Bauer, per il quale non esisteva un brevetto specifico e di cui furono ricavati i disegni costruttivi da una foto dell’epoca.

Altri modelli dei motori sono stati costruiti e donati ad importanti musei italiani ed esteri: modelli del primo motore (certificazione inglese n° 1072 del 1854) al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, di Shanghai, al Franklin Museum di Philadelphia, al Museo Biscaretti ed al Museo Agnelli, entrambi a Torino.

Il materiale prodotto dalla Fondazione, ovvero documenti, pannelli illustrativi, pubblicazioni e modelli dei motori, permise l’organizzazione di importanti mostre e manifestazioni, fra cui quelle allestite a Mosca nel maneggio del Cremlino ed al Parlamento europeo a Bruxelles, a Shanghai in occasione del centenario della Parigi/Pechino, all’Ambasciata italiana a Washington, oltre che a Volterra, al Comune di Bruxelles, al Comune di Capannori.

Nel Museo del motore a scoppio di Lucca sono conservati cinque modelli di altrettanti motori, di cui può essere ammirato il movimento, essendo azionati da un sistema ad aria compressa.

Molti dei modelli descritti furono realizzati nell’Officina Meccanica di Precisione Galli e Morelli di Lucca [vedi], che, regolarmente, provvede alla manutenzione e riparazione.

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Il modello del primo motore esposto al Deutsches Museum di Monaco

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Il modello a pistoni orizzontali

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L’esposizione nel cortile di Palazzo Ducale a Lucca

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Il motore Bauer

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Il motore con due pistoni orizzontali

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Mauro Morelli e Paolo Ciorli revisionano il motore a pistoni orizzontali  (2023)